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5 cose a...FERRARA

Castello Estense
 

Imponente nella sua mole trecentesca, simbolo di potenza ed equilibrio di una delle più importanti ed illuminate signorie europee, il Castello Estense rappresenta la città di Ferrara nel mondo. Le sue possenti mura conobbero le vicende, le gesta, gli intrecci amorosi ed i capricci di innumerevoli personaggi che segnarono la storia estense, una storia che ancora oggi aleggia nelle ricche stanze di un monumento che ha vissuto una doppia vita: dapprima maniero inespugnabile e successivamente splendido palazzo di corte.

Il Castello è ancora oggi circondato dalle acque del fossato e presenta essenzialmente l'aspetto conferitogli da Girolamo da Carpi nella seconda metà del Cinquecento. Il percorso interno si dipana dalle sale gotiche del pian terreno, alle cucine, alle prigioni nella Torre dei Leoni, fino agli splendidi saloni affrescati del piano nobile, dove si possono sbirciare anche le piazze del centro storico, dal suggestivo Giardino degli Aranci.

Per godere di una bella vista sulla città fino alle mura è possibile salire i 120 gradini della Torre dei Leoni e raggiungerne la balconata, dalla quale il panorama è davvero magnifico.

 

Castello Estense - Foto Pierluigi Benini



Palazzo Schifanoia 
 

Testimonianza straordinaria dei fasti dell’epoca rinascimentale, Palazzo Schifanoia è il simbolo della Ferrara degli Este. Delizia concepita come luogo eccelso per schivar la noia, custodisce all'interno i celebri affreschi del Salone dei mesi, con la suggestiva illuminazione che consente di studiarne gli innumerevoli dettagli, le splendide decorazioni della Sala delle Virtù e un percorso espositivo particolarmente ricco che permette di realizzare un viaggio nell'arte ferrarese attraverso i secoli.

Se l’origine di Schifanoia risale alla fine del Trecento, quando Alberto d’Este ne promuove la costruzione al di fuori dal tessuto urbano della città, non v’è dubbio che l’immagine del Palazzo sia legata indissolubilmente alla figura di Borso d’Este, signore di Ferrara tra il 1450 ed il 1471 e al Salone dei Mesi. In questo ambiente, il primo duca estense chiamerà a raccolta molti fra gli artisti attivi a Ferrara, tra i quali Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, al fine di creare uno dei più stupefacenti capolavori dell’arte rinascimentale italiana: la decorazione del salone con il ciclo dei mesi, celebrazione della sua casata in chiave astrologica e mitologica.

 

Palazzo Schifanoia - Foto Pierluigi Benini



Il Quadrivio degli Angeli e il Palazzo dei Diamanti
 

Dal rivellino nord del Castello Estense si apre Corso Ercole I d'Este, una delle più belle vie d'Europa che ha affascinato viaggiatori d'ogni tempo. L'infilata di palazzi rinascimentali, dimore di cortigiani e ricche famiglie vicine ai duchi, raggiunge un crescendo di magnificenza nel Quadrivio degli Angeli, cuore dell'Addizione rinascimentale, dominato dal Palazzo dei Diamanti, capolavoro dell'architetto Biagio Rossetti. Prende il nome dagli 8500 "diamanti" che compongono il bugnato marmoreo dell'originale rivestimento. Il palazzo fu progettato per una visione diagonale ed il suo punto focale è quindi l'angolo, impreziosito dalle splendide candelabre scolpite da Gabriele Frisoni e dal balconcino.

Al piano nobile ha sede la Pinacoteca Nazionale, i cui ambienti conservano tracce anche notevoli delle antiche, fastose decorazioni. Le collezioni pittoriche qui ospitate coprono un arco di tempo dal XIII al XVIII secolo.
Al piano terra si trova lo spazio espositivo, da tempo famoso in tutto il mondo per la qualità delle mostre in esso ospitate. 

 

Palazzo dei Diamanti - Foto Pierluigi Benini



Una passeggiata in bici sulle mura
 

“Città delle biciclette” per antonomasia, Ferrara è indissolubilmente legata alla cultura delle due ruote, una città dove i ciclisti regnano padroni delle strade. Centinaia di chilometri tra città e provincia pensati, creati, piegati al piacere della pedalata. Tra i tanti percorsi interni alla città, uno di quelli indubbiamente più suggestivi è quello che attraversa la cinta muraria, che circonda il centro storico per nove chilometri pressoché ininterrotti, costituendo uno dei sistemi difensivi più imponenti del Medioevo e del Rinascimento.

Le Mura di Ferrara  sono un miracoloso connubio di bellezza monumentale e funzionalità bellica e non si potrà mancare di percepire forti emozioni nel camminare sulla sommità dei terrapieni o al di sotto di essi, ai piedi delle imponenti pareti. Comodi percorsi attrezzati e ciclabili  consentono di passeggiare tra il rosso delle pietre e il verde delle essenze locali, quali il tiglio, il platano, l'ippocastano, la quercia, l'acacia, intervallate da siepi di tasso, edera e bosso.

 

Mura Estensi - Foto Pierluigi Benini



Percorsi della Ferrara ebraica
 

Esiste un'anima nascosta di Ferrara, è quella ebraica, parte importante della comunità cittadina. Il percorso si compone del "Ghetto", del Cimitero Ebraico di Via delle Vigne e del piccolo cimitero Levantino. La comunità ebraica di Ferrara poté crescere fin dal Medioevo divenendo uno dei centri più rilevanti per gli ebrei italiani, grazie alla politica illuminata degli Estensi.

Il ducato garantì accoglienza agli esuli provenienti da Spagna e Portogallo, dalla Germania e da altri centri italiani. Fu una scelta che permise lo sviluppo della cultura e della comunità, tanto che nel Cinquecento essa contava fino a duemila persone.

Il quartiere ebraico (Via Mazzini, Via Vignatagliata e Via Vittoria) è ora immerso nella tranquillità della Ferrara medievale. Le case sono semplici e si addossano le une alle altre, l'acciottolato delle vie strette si accompagna all'immancabile cotto, tipico materiale della città. (Le Sinagoghe di Via Mazzini sono ancora chiuse al pubblico).
Il cimitero ebraico (Via delle Vigne) è inserito entro le mura e confina con quello cristiano della Certosa. E' un ampio giardino con verdi prati punteggiati dalle lapidi che emergono tra l'erba. Qui riposa lo scrittore Giorgio Bassani, uno dei più illustri rappresentanti della comunità ebraica ferrarese.

Il piccolo cimitero levantino (Via Arianuova) rappresenta una delle poche tracce lasciate dagli ebrei sefarditi a Ferrara.
L'itinerario non  può che concludersi con la visita al Meis, il Museo dell'Ebraismo Italiano e della Shoah (Via Piangipane 81) dedicato alla più che bimillenaria storia degli ebrei in Italia.

 

Ghetto ebraico - Foto Pierluigi Benini

Ultimo aggiornamento 30/11/2023
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